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"Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza” – J.W. Goethe

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Posted on 16 ottobre 2018 di paolopolitiblog

JP Morgan e il Bilderberg a sostegno del governo? Quanto ci piace!!

comedonchisciotte.org 16.10.18


 

Ma c’era già stata un’anteprima a giugno, quando a governo appena insediato, alcune esternazioni di Borghi avevano destato scalpore tra i mercati, già allora infatti vi fu una massiccia iniezione di acquisti da parte di fondi e banche americane, tra cui proprio Blackrock e JP Morgan.

Segnale soprattutto politico, molti dei loro manager sono vicini al mondo repubblicano, lo stesso Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan, aveva sfiorato il ministero del Tesoro di Trump, nonostante le reciproche rivalità tra i due soggetti. L’Italia euroscettica comunque appare a Washington come un’ottima opportunità per corrodere la compattezza dell’UE e per colpire la Germania, rea di aver accumulato con l’euro un surplus che non ha eguali nel mondo.

I «bad, very bad Germans», come li chiama Trump, dovranno pagarla cara per tutto ciò. Al summit della Nato a luglio, Trump aveva dato il calcio d’inizio con una rabbiosa indignazione proprio sulla Germania, secondo lui un posto terribile per viverci, invasa da migranti violenti e criminali che molestano le donne, una nazione schiavizzata dai russi, contrabbandieri e maneggioni di gas. I tedeschi insomma, brutti e cattivi perché governano da scriteriati, senza vergognarsi del loro eccessivo surplus, superiore addirittura a quello della Cina, per la vendita pazza di troppe Mercedes.

È vero che ci sono cose discutibili sul vivere in Germania – nessun oceano per miglia e insalate con carne di salsiccia affogata in un condimento nauseabondo – ma forse non erano queste le sgradevolezze cui alludeva Donald, quanto il fatto che il gasdotto Nord Stream2, un progetto da $ 11 miliardi, ha collegato direttamente la Germania con la Russia, aumentando la dipendenza dell’Europa dal gas russo.

Quindi mentre tutta Europa appare scandalizzata per gli azzardi italiani sul deficit, dove gli oligarchi Moscovici e Juncker fanno a gara ad esternare i loro slogan allarmistici contro gli eccessi giallo/verdi, irresponsabili posizioni di chi non vorrebbe rispettare le regole, per fortuna da oltreoceano arrivano i nostri, pronti ad esorcizzare i peccati mortali dello spread, con appositi rituali liturgici di banchieri e investitori.

Anche il neo ambasciatore americano a Roma Lewis Eisemberg, finanziere newyorkese e amico personale di Trump, nonché abile regista della raccolta fondi per la sua campagna presidenziale, si è sperticato in lodi per l’esecutivo italiano: «È la quintessenza della democrazia in azione», ha affermato di recente, dopo che il Corsera aveva dato rivelato in estate che Trump «avrebbe offerto all’Italia un aiuto Usa per il finanziamento del debito pubblico per il prossimo anno», visto che nel 2019 l’Italia dovrà riuscire a piazzare sul mercato titoli per ben 400 miliardi di euro.

Un bel contributo, visto i tempi che corrono, ma cosa avrà voluto in cambio Trump? Forse Tap, F-35, spese per la difesa, meno esportazioni italiane e più importazioni Usa?

Insomma anche se la Bce ha fatto sapere che in caso di crisi di liquidità avrebbe chiuso i rubinetti per l’Italia, come successe in Grecia, scatenando il panico tra i cittadini e preparando il ritorno delle politiche di austerity, stavolta però il bazooka di Draghi dovrà scontrarsi con quelli dei famigerati banksters, pronti a sterilizzare la salita dello spread.

Non c’è altro rimedio, viviamo nel tempo del capitalismo finanziario, e una parte del sistema sta remando contro per prendere la maggioranza nel Parlamento europeo e nella Commissione (a questo è servita l’alleanza Salvini Orban). Per distruggere l’UE? No per riformarla, perché ora i sovranisti puri e duri hanno dismesso il solito slogan “l’UE è iriformabile”, ora si limitano a dire: “Non vogliamo uscire dall’euro, vogliamo solo che l’UE diventi più giusta ed equilibrata, per il benessere dei popoli”. Proprio quello che dicevano quei faciloni dei 5Stelle. Ma chissà che qualcuno nel frattempo ci perda gusto e non decida di uscire per primo, lasciando tutti gli altri con il cerino in mano, così li si può accusare di aver appiccato l’incendio.

E’ solo un primo passo verso l’inferno, ma intanto la guerra è iniziata.

 

 

Rosanna Spadini

Fonte: http://www.comedonchisciotte.org

16.10.2018

 

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