Fonte: MF Dow Jones (Italiano)
Dopo averla tenuta quattro anni nei cassetti, il governo
ha recepito la normativa europea sui criteri più restrittivi per nominare
i vertici delle banche. La misura, chiamata “fit and proper” nella
direttiva europea 2015 – poi declinata nelle indicazioni Bce del 2017 – è
finalmente uno schema di decreto, che il 3 settembre il Tesoro ha
trasmesso al Consiglio di Stato per il parere: inoltrato il 16 ottobre, e
nel complesso favorevole.
Lo scrive Repubblica aggiungendo che ora la Banca d’Italia, che ha
presidiato tutti i passaggi, dovrà preparare le disposizioni che
completano il quadro normativo: si presume lo farà in tempi brevi, e utili
perché la legge arrivi in tempo per essere applicata nei casi di rinnovo
dei vertici in agenda a primavera. A partire dai più rilevanti in casa di
Unicredit e Bper.
Le nuove e più severe norme, che saranno estese anche a intermediari
finanziari, confidi e società dei pagamenti, sono un salto anche
culturale. In Italia modificheranno i “requisiti” del Testo unico
bancario: soglie rigide come quelle di onorabilità e professionalità, cui
si affiancheranno nuovi “criteri” (più sostanziali) per assicurare la
correttezza, la competenza, l’indipendenza, l’assenza di conflitti
d’interesse, il tempo dedicato. Nella griglia rigida dei primi (i
requisiti), la modifica più rilevante, come la ipotizza la bozza fin qui
redatta, prevede la decadenza per chi siede nei cda bancari in caso di
condanna, anche solo in rito abbreviato, superiore a un solo anno: la metà
dei due contemplati attualmente dalla “legge Severino”.
Una modifica che il Consiglio di Stato perfino vorrebbe più severa, “per
renderla conforme al rigoroso sistema di garanzia della onorabilità delle
persone chiamate a ricoprire tali incarichi”: anche per il fatto che i
riti abbreviati già scontano diverse pene. Il vaglio degli alti
magistrati, invece, appare più cauto sul criterio tutto nuovo previsto
nell’ambito “correttezza”, per cui non è adeguato l’amministratore
segnalato dalla Centrale rischi bancaria che censisce i morosi: il CdS
propone di applicarlo solo dopo un contraddittorio con l’autorità
vigilante.
Nel 2017 uno studio di The European House-Ambrosetti analizzò 271
curricula di amministratori di banche italiane quotate, e concluse che il
23% di essi non soddisfaceva i nuovi requisiti europei. Forse è anche per
questa ragione che tutti i tentativi dei dirigenti di Via XX Settembre,
fin dall’agosto 2017, di applicare la direttiva europea sono rimasti
inattuati. Del ritardo si è rammaricato pubblicamente il governatore
Ignazio Visco; anche perché i nuovi criteri erano (sono) la cornice
operativa entro cui la vigilanza bancaria esercita il potere di rimuovere
i dirigenti che ne sono sprovvisti o li perdono cammin facendo, potere
introdotti dalla stessa direttiva Crd IV.
vs
(END) Dow Jones Newswires
October 27, 2020 04:49 ET (08:49 GMT)