Fonte: MF Dow Jones (Italiano)
Il governo ha pronto un provvedimento blocca-fallimenti
e il ministero dell’Economia a breve varerà un decreto con una serie di
misure urgenti atte a posporre, allungare e limitare tutte le scadenze che
ogni azienda in gravi difficoltà di bilancio conosce e trova sul suo
cammino prima di arrivare a chiudere i battenti o a portare i libri in
tribunale.
L’annuncio è arrivato dal viceministro all’Economia Laura Castelli (M5S)
durante Porta a Porta e un’iniziativa del genere rientra tra le misure che
questo giornale ha indicato come necessarie (cfr Milano Finanza del 31
ottobre) per porre in sicurezza decina di migliaia di imprese italiane
colpite dalla crisi dovuta al Covid: le stime sono pessime perché ben una
pmi su due rischia di fallire nel 2020.In attesa di capire in cosa
consistereranno queste misure, anche l’Ue si muove per alleggerire altri
bilanci, quelli dei paesi. Le regole del patto di Stabilità non reggono
infatti il passo coi tempi, soprattutto con l’avvento della pandemia da
Covid 19, lo ha detto ieri, nelle parole della diplomazia che gli sono
proprie, il commissario europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, in
audizione in commissione Affari Esteri alla Camera.
Pensare di continuare a tenere inalterati paletti come il rapporto
debito/pil non superiore al 60% e il deficit/pil al 3% quando il debito
medio dell’Eurozona viaggia attorno al 100% e quest’anno (e probabilmente
il prossimo) praticamente tutti i Paesi non rispetteranno più la regola
aurea del 3% non ha più molto senso. Così il prossimo anno la Commissione
presenterà una proposta di revisione del Patto di Stabilità e Crescita, ha
spiegato Gentiloni. «Le nostre regole devono essere adattate alla nuova
realtà post pandemia, e comunque anche senza la pandemia, avrebbero
meritato una revisione, che non a caso era stata avviata. Ma questo
avverrà con una discussione che non sarà facile e su cui si dovranno
raggiungere risultati e compromessi». Qualora si arrivasse davvero
rapidamente a una revisione delle regole, principalmente quella del debito
al 60% del Pil, per l’Italia sarebbe ovviamente un’ottima notizia, visto
che il suo debito è sideralmente lontano da quell’obiettivo, con Bruxelles
che da quest’anno e fino al 2022 lo vede viaggiare attorno a quota 159%
(peggio delle previsioni del governo). Intanto ieri è arrivata una buona
nuova concreta: la presidenza tedesca del Consiglio Ue e il Parlamento
europeo hanno raggiunto un’intesa sul bilancio comunitario 2021-2027 e
sulle risorse con le quali l’Ue intende alzare i massimali del bilancio
pluriennale per permettere alla Commissione di andare sui mercati e
indebitarsi per finanziare il Recovery Fund.
L’accordo completa il pacchetto finanziario da 1.824,3 miliardi di euro
negoziato dai leader europei lo scorso luglio, che combina i 1.074
miliardi del quadro finanziario pluriennale con i 750 miliardi de Next
Generation Eu, 205 miliardi dei quali, tra prestiti e trasferimenti a
fondo perduto, destinati all’Italia.
fch
MF-DJ NEWS
1108:41 nov 2020
(END) Dow Jones Newswires
November 11, 2020 02:43 ET (07:43 GMT)